L’intestino, che inizia dalle labbra e finisce all’ano, rappresenta la più vasta interfaccia del nostro organismo con l’ambiente esterno, ed è quindi direttamente influenzato da ciò che vi transita. E’ un organo molto complesso, nel quale troviamo la maggior parte delle cellule che costituiscono il sistema immunitario, e ospita un vera e propria comunità di batteri.
Non stupisce quindi che un organo così articolato e ricco di interconnessioni con il resto del nostro organismo, se subisce delle alterazioni possa creare molti disturbi che le persone spesso si trascinano per anni perchè difficile individuarne la causa precisa.
Proprio per questo posso dire che una delle motivazioni più frequenti per cui le persone giungono presso il mio studio è proprio quello di aiutarli a trovare una soluzione per gestire queste problematiche intestinali.
Vista la sua complessità le alterazioni che possono avvenire a livello intestinale sono innumerevoli, e presto ve ne parlerò in maniera più dettagliata. Oggi vorrei trattare il più frequente di questi disturbi, l’IBS (sindrome dell’intestino irritabile).
I sintomi dell’IBS sono:
- dolore addominale
- flatulenza, meteorismo, sensazione di gonfiore
- alterazioni e irregolarità dell’alvo (stipsi/diarrea)
Dagli ultimi studi è emerso che esistono alcune categorie di zuccheri raggruppati sotto l’acronimo FODMAPs (Fermentabili Oligosaccaridi Disaccaridi Monosaccaridi And Polioli), responsabili nei soggetti maggiormente predisposti di scatenare i sintomi associati all’IBS.
Per comprendere come certi cibi possano innescare l’IBS è necessario andare a vedere cosa accade dentro l’intestino dove il cibo viene scomposto e assorbito.
Nella prima parte dell’intestino (intestino tenue o piccolo intestino) avviene la scomposizione del cibo predigerito che giunge dallo stomaco e l’assorbimento dei nutrienti da parte dei villi intestinali. Alcuni tipi di carboidrati, quelli appunto appartenenti al gruppo dei FODMAPs, in alcune persone non vengono digeriti e assorbiti. La presenza dei FODMAPs nell’intestino richiama acqua con conseguente diarrea e poichè non vengono assorbiti continuano a transitare lungo l’intestino fino a raggiungere l’intestino crasso o grande intestino.I batteri presenti nell’intestino crasso, fermentano questi zuccheri per utilizzarli a scopo energetico, producendo gas come idrogeno e metano. L’intestino così si riempie progressivamente di acqua e gas, la sua eccessiva distensione fa scattare la risposta del sistema nervoso connesso alla porzione intestinale creando disagio al soggetto.
Una dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili, può essere un valido aiuto per dare subito sollievo perchè va a ridurre i substrati per i batteri fermentatori e quindi la produzione di gas e altri prodotti del metabolismo batterico che possono contribuire in maniera significativa a causare dolori addominali, gonfiore e alterazione del transito intestinale.
Chiaramente si tratta di una dieta di esclusione, allo scopo di mettere “a riposo” l’intestino alleggerendolo di quel carico di sostanze che ne causano l’eccessiva distensione. Parallelamente è però fondamentale risanare l’ambiente intestinale ristabilendo il corretto equilibrio tra le diverse popolazioni batteriche che nei soggetti affetti da IBS tende a sbilanciarsi a favore di quei batteri fermentatori, ecco perchè questi soggetti sono molto più insofferenti a certi gruppi alimentari.
Poichè il microbiota intestinale è davvero complesso e delicato, rivolgetevi sempre ad un professionista che sappia aiutarvi a valutare in maniera sistemica la vostra situazione e accompagnarvi verso un percorso mirato alla vostra condizione specifica, in caso contrario si rischierebbe di andare in contro a carenze e peggiorare ulteriormente la situazione intestinale.